La prima vittoria in una gara di 100km può sembrare inaspettata perché
fino a che non succede, uno non ci crede, ma il duro lavoro, la passione e
l’impegno premia sempre, prima o poi tocca goderne dei risultati che si
conseguono, lo sport come da così toglie, se a volte ti toglie tempo al lavoro o
alla famiglia, altre volte ti fa sperimentare sensazioni uniche, ricche,
intense.
Roberto Mastrotto, Trail/Ultra trail runner – Vicenza Marathon, racconta le sue esperienze di atleta rispondendo ad alcune mie domande: Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della
tua vita? “Sì certamente, diciamo che lo sport richiede molto ma
premia anche molto, è una delle poche cose veramente democratiche di cui abbia
esperienza.”
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo
percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a correre un
po’ “per gioco” a metà 2014, principalmente per rimettermi un po’ in forma. Nel
giro di 6 mesi ho perso circa una ventina di kg, semplicemente grazie al
ritrovato metabolismo e senza rinuncia alcuna a tavola. Nel 2015 le prime gare,
rigorosamente in autonomia e sempre con lo spirito di gioco e sfida personale,
passando senza troppa remore dalla mezza maratona al mio primo Ultra Trail. A
fine anno il debutto in Maratona sotto le tre ore, poca cosa certo ma al tempo
un grande risultato personale tenendo conto del fatto che non conoscevo ancora
il termine ripetuta. Dal 2016 ho quindi iniziato ad allenarmi in maniera più
metodica ed ho cominciato a togliermi le prime vere soddisfazioni. Nel 2017 ho
iniziato ad allungare ulteriormente le distanze ed è arrivata una inaspettata
vittoria ad una 100km.”
Quali fattori o persone contribuiscono al tuo benessere o
performance? “Penso che un fattore determinante sia avere un buon
equilibrio a livello famigliare e a livello lavorativo. Penso sia fondamentale
la costanza e la metodica degli allenamenti, difficilmente raggiungibile senza
la giusta stabilità. Inizialmente non nascondo che a casa in molti erano
perplessi dopo il primo periodo di “trasformazione”, mia nonna più di una volta
mi ha ripetuto “te ghe perso tutti i valori” (in rigoroso dialetto veneto), ora
però sono i miei primi tifosi.”
Concordo,
è importante trovare un sano equilibrio tra sfera personale famiglia e lavoro: Quali
meccanismi psicologici contribuiscono al benessere o performance?
“La testa conta molto nello sport in generale, ed ancor più se parliamo di
sport d’endurance. La testa aiuta a non mollare, tanto in gara quanto in
allenamento, a spingere l’asticella sempre un po’ più in su. Ho trovato molte
similitudini se devo essere sincero con l’approccio che ho impiegato durante
gli anni di ingegneria.”
Tanta
testa, impegno, passione e volontà ci vuole nello sport di endurance e a
proposito di ingegneria bisogna essere molto resilienti come l’acciaio
piegarsi e non spezzarsi, rialzarsi sempre cavalcando l’onda del cambiamento con
le risorse disponibili al momento presente.
Qual
è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ho due gare che mi hanno
lasciato dei ricordi indelebili. La Durona Trail 2016, perché corsa sui
sentieri di casa e perché è stata la gara che un anno prima mi ha spinto a
correre in montagna e a scoprire un infinità di sentieri giusto fuori dalla
porta di casa. Arrivare per primi in piazza in mezzo a tutti i miei amici e
famigliari è stata un esperienza unica. La 100eLode 2017, che
fisicamente/mentalmente è stata quella che si può definire la “gara della vita”
corsa in solitudine durante tutta la notte e la primissima mattinata fino ad un
incredulo arrivo prima delle più rosee previsioni, è veramente girato tutto
alla perfezione.”
Lo sport lascia segni indelebili fatti di sensazioni ed emozioni uniche
a contatto soprattutto con la natura e la fatica che viene ricompensata da
immagini memorizzate e soddisfazioni all’arrivo: Quale è stata la tua gara più difficile? “La CCC-Ultra Trail du Mont Blanc 2016. Ho
praticamente sofferto di crampi dal 30°km in poi meditando come non mai il
ritiro. A 20km da Chamonix son stato ricoverato nell’infermeria di campo fino a
che i valori di pressione/sangue/temperatura corporea non si furono
stabilizzati. Quindi la decisione di ripartire per l’ultima salita a La Tête
aux Vents all’una di notte, tenevo troppo a chiudere il mio viaggio per
rinunciarci indipendentemente dalla classifica.”
A volte la testa vuole ripartire,
ti dice di continuare, si tratta di convincere te stesso una parte di te che
potrebbe sabotare o vorrebbe tutelarti, scelte difficili ma consapevoli.
Ricordi un’esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi
fare? “Forse
l’aver completato la mia prima Trans d’Havet nel 2015, completamente a digiuno
da gare di lunga distanza e sopresi da un temporale durante la notte, epica!”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “La prima esperienza sui sentieri, prima salita a Cima
Marana con il mio socio Manuel. Siam partiti in scarpe da ginnastica e
pantaloncini e ci siam ritrovati in cima a correre con mezzo metro di neve e
gli sciatori che scendevano di fianco sulla pista da sci di Montefalcone.”
Esperienze
strane, bizzarre e difficili in condivisione si ricordano per sempre e ti fanno
sorridere soprattutto nei momenti più bui e difficili, condividere uno sport
con un amico è una grande risorsa: Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)? “La tensione del pre-gara è la
parte più complessa da gestire, pianificarsi fisicamente e mentalmente tutte le
tappe di gara e mantenere la calma non è mai banale. La gara è forse la parte
più facile, lì in fondo basta solo correre, fare ciò per cui ci siam preparati
e che ci fa stare bene. Il post gara è un grande momento di condivisione, lì
ogni tensione o paura svanisce. Per assurdo anche la fatica provata in gara
fino pochi istanti prima viene meno.”
C’è un mondo dietro lo sport e soprattutto dietro
gare di trail ultra, sport di endurance dove bisogna essere pronti e preparati
fisicamente e mentalmente il giorno della gara, dove tutti i dettagli diventano
importanti e fondamentali, dall’attrezzatura e abbigliamento sportivo
all’alimentazione.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Due cose forse
sono le più complesse da gestire, la testa e la pancia. Entrambe possono
attentare alla buona riuscita di una gara in diversi momenti ed entrambe sono
spesso legate alle famose crisi più o meno grandi con cui bisogna convivere
durante 'il viaggio'.”
Vero,
fatica e integrazione, due aspetti al pari di quello fisico, importante una
preparazione oltre che fisica anche mentale e nutrizionale, provare tutto oltre
agli allenamenti lunghi e ripetute, la nutrizione durante la gara, le
visualizzazioni di se stessi durante il percorso, la percezione delle proprie
sensazioni, obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili, incrementare
fiducia in sé e resilienza, superare gestendo situazione e imprevisti: Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non
ottimale? “Partire già debilitati con febbre o problemi
respiratori non vale la candela, provato, riprovato e infine imparato.”
Si
apprende sempre dalle esperienze, ci si conosce sempre di più, si incrementa
sempre la consapevolezza delle proprie possibilità e limiti: Cosa ti fa continuare a fare sport? “La ricerca del
mio limite, che cerco di spingere sempre un po’ più in la. Nello sport come
nella vita quando tengo ad una cosa mi ci butto a capofitto fino a che non ne
esco pienamente appagato. Poi la corsa, soprattutto in natura, mi aiuta a stare
meglio con me stesso e scaricare/riazzerare le tensioni della giornata.”
Si
inizia per caso, e poi ci si vuol spostare sempre più in là, più in alto,
sfidando se stessi e gli altri sempre un po’ di più, incontrando sempre più se
stessi e gli altri, confrontandosi sempre più con se stessi e gli altri,
apprendendo sempre più dalla vita attraverso lo sport che diventa una scuola di
vita.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Correndoci su
in primis (anche su molti infortuni minori, credo molto in questo approccio),
la corsa è la miglior medicina per crisi, infortuni e sconfitte varie. E poi
con il supporto di molte persone che mi vogliono bene, fondamentale.”
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarsi allo sport? “Non abbiate paura di provare, di fallire, di non
essere all’altezza o peggio senza talento. L’allenamento batte certamente il
talento se questo non viene allenato, quindi se ci credete a sufficienza potete
raggiungere qualunque obiettivo.”
Provarci
sempre, mettere da parte qualsiasi giudizio, stare insieme faticando e divertendosi,
questa è la vita attraverso lo sport che vogliamo far passare.
C’è stato il rischio doping? Un messaggio per sconsigliarne
l’uso? “Assolutamente no, andrebbe contro la motivazione
stessa che mi spinge ad allenarmi quotidianamente, sarei il primo ad essere
ingannato. Non ne vale la pena, un anno di lavoro in più ma con le proprie
gambe.”
I tuoi famigliari ed amici cosa dicono circa il tuo sport? “Ho avuto non
poche facce perplesse, ma ora sono i miei primi sostenitori.”Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Ho ritrovato nuove energie e nuove motivazioni e punti di forza che mi han migliorato anche fuori dalla sfera sportiva.”
Lo
sport può trasformare e arricchire dentro: Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “No, la corsa
indipendentemente dall’aspetto agonistico è divenuta parte integrante e
fondamentale della mia vita.” Se potessi tornare indietro cosa faresti o cosa faresti? “Ad esser sincero rifarei tutto esattamente con la
stessa incoscienza e passione con cui ho iniziato.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per
quali aspetti e in quali fasi? “Non ho mai
avuto occasione di confrontarmici, forse la figura più vicina a questa la vedo
nel mio allenatore Dario Meneghini che considero più un fondamentale punto di
confronto e di discussione nei momenti critici/di debolezza che non un mero
riferimento tecnico sul lavoro da pianificare in allenamento.”
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Quali sono i sogni
realizzati e da realizzare? “Purtroppo ho appena sfiorato di poco il mio sogno/obiettivo della maglia azzurra che riproverò ad inseguire ancor con più ardore il prossimo anno. Ora ho due importanti obiettivi: migliorare il mio crono alla Lavaredo Ultra Trail e poi affrontare nel migliore dei modi la mia prima 100 miglia all’Ultra Trail du Mont Blanc a fine Agosto, ci sarà da divertirsi! Ti ringrazio del questionario anche perché nel risponderti ho ripreso visione del cammino che mi ha portato fin qui e mi lascia con ancor più motivazioni per affrontare le prossime sfide.”
Importante
è continuare a essere sereni e propositivi sempre con una progettualità
sfidante, treni passano ma arrivano altri e bisogna farsi trovare pronti per
poterli prendere.
Matteo SIMONE
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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