venerdì 10 novembre 2017

Marius Mocanu, arbitro e runner: Nel fare la 100km alcuni mi hanno detto che sono pazzo

Matteo Simone 
 

Lo sport ti permette di incontrare gente, lo sport avvicina persone e abbatte barriere culturali e generazionali. 

Ho conosciuto Marius Mocanu in occasione della 100km delle Alpi con partenza a Torino, dopo alcuni chilometri ci siamo trovati uno accanto all’altro a correre la 100km allo stesso ritmo, anche se per me si trattava di un ritmo elevato, ma la compagnia era piacevole, Marius è molto simpatico e rispettoso, salutava tutti, ci trovavamo bene a correre insieme, ci fermavamo per le pause bagno, ci aspettavamo, ma la gara è lunga e al 20° chilometro ho dovuto fare uno stop a un bagno di un bar; e sì nelle ultramaratone può capitare.
Di seguito, Marius (SAF Atletica Piemonte ASD) racconta la sua esperienza di atleta e arbitro rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?  Sinceramente no, però mi sono sentito importante.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho giocato a calcio, poi sono diventato arbitro e ora mi sono fissato degli obbiettivi nella corsa.”
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere o performance?Fare ciò che mi fa stare bene e mi rende felice, allenarmi sentendo il proprio fisico, fissarmi degli obbiettivi realistici.”

In effetti le sfide stimolano, permettono di impegnarsi negli allenamenti per presentarsi al via in grado di affrontare una gara impegnativa.
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o performance?Nell’arbitraggio io, però dipendo anche dagli altri, dalle situazioni di gioco, dagli osservatori. Nella corsa la performance può dipendere da fattori interni ma soprattutto esterni (tempo, terreni, scarpe…).
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?Direi la maratona di Torino 2016, essendo la prima mi ero prefissato un tempo di 3h30’ ma non sono riuscito e ho sforato di 3’. Le emozioni più grandi me le ha regalato la 100km nel 2017 che era il mio obbiettivo chiuderla e pure con un tempo buono.

Due grandi e bei obiettivi importanti, una maratona e una 100km, due sogni di tanti runner
Quale è stata la tua gara più difficile?Da arbitro parecchie ma non mi ricordo nessuna, per quanto riguarda la corsa direi la 100km perché dopo 72km ho avuto i crampi agli adduttori.”

Se nella maratona si può aspettare la crisi verso il 30°-35° km, nella 100km è tutta una incognita, la gara è lunghissima e tante possono essere le insidie, dal tempo atmosferico, crampi, disturbi intestinali, contratture.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare?La 100km direi, però la testa fa tutto…. Io non mi sarei mai ritirato, finire era la priorità oltre qualsiasi cosa (dovevo dimostrare che se una persona vuole ci riesce).
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?In una partita, dopo aver allontanato l’allenatore per proteste, un giocatore mi ha ringraziato perché non ne poteva più (il suo allenatore gli rompeva pure a lui). Nella 100km, intorno al 94°km circa, mi è venuto sonno e ho detto al mio compagno di viaggio: 'se manca molto io mi addormento' (avrei camminato/corricchiato a occhi chiusi).”

Nella corsa di lunga distanza dove si fa sport per diverse ore può capitare anche di avere sonno e quindi bisogna mettere in atto strategie per non mollare, per continuare fino al traguardo svegli e vigili.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport?Benessere, gioia, rilassamento, amicizia.

Vero, lo sport è un mondo che aggrega, che ti permette di conoscere te stesso prima di tutto, e poi luoghi e amici di allenamento e di gara.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione?Nell’arbitrare di valutare in maniera sbagliata gli episodi, di fare attenzione a tutto ciò che circonda il terreno di gioco e agli infortuni che possono capitare. Nella corsa direi le difficoltà nel trovare abbastanza tempo per allenarsi, migliorare la prestazione, mentre per i rischi massima attenzione ai segnali del corpo per evitare gli infortuni.

Si può fare tanto sport, si può faticare tanto ma non bisogna dimenticare di prendersi cura di sé ogni tanto, di praticare autoprotezione e coccole.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti inducono a fare una prestazione non ottimale?Nell’arbitrare la stanchezza mentale, l'approccio con i giocatori. Nella corsa potrebbe essere la pioggia, il vento, la stanchezza fisica, la comparsa di alcuni dolori (possono essere anche di tipo mentale).”
Cosa ti fa continuare a fare sport?La testa e la voglia di non mollare mai, il pensiero che gli altri credono in me e quindi non li posso deludere.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Per quanto riguarda l’arbitraggio: con pazienza, dicendomi che può capitare, con riflessioni riguardanti la prestazione, cercando di migliorarmi nella gara successiva. Per quanto riguarda la corsa: ho fatto 2 gare, una maratona e una 100km con risultati buoni…speriamo in altrettanti futuri.”

Si apprende sempre da tutto, dall’esperienza di vita, da eventuali errori o sconfitte. Per quanto riguarda la corsa un bel coraggio iniziare con una maratona e fare una 100km come seconda gara e con buoni risultati, nel tempo si possono raggiungere ottimi risultati continuando così e a crederci.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Lo sport fa bene, ci mantiene in forma, ci mette di fronte alle prime difficoltà della vita e ci può insegnare come superarle. Ci migliora il carattere, l’umore e ci rende liberi. Non state davanti alla Playstation o al PC ma andate a fare sport o comunque attività sportiva…. Il movimento è vita.”

Questo è lo sport che vogliamo, questi sono i messaggi che vogliamo ascoltare e che dobbiamo trasmettere.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?Che gusto c’è di vincere sapendo che senza quella sostanza non avresti mai vinto!? PS: (io verso la fine della 100km nelle ultime salite con il buio e il fresco che stava arrivando mi stavo dicendo nella testa: 'se ci fosse una macchina chiederei un passaggio fino in cima alla salita, tanto sono pochi metri', poi mi rispondevo: 'che gusto c’è arrivare al traguardo sapendo che hai fatto anche 100m in meno…99km e 900m non sono 100km', dovevo fare tutti i 100.000m.

E’ vero, purtroppo la gente è strana, a volte si lasciano tentare dalle scorrettezze e non riescono a resistere, si tratta di fragilità.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?Arbitraggio: alcuni che faccio bene, altri che ho coraggio, altri mi chiedono come posso farlo e soprattutto come faccio a essere calmo quando magari mi insultano. Ma nel fare la 100km alcuni mi hanno detto che sono pazzo, molti meravigliati, altri hanno creduto in me, era una bella sfida.

Due impegni gravosi, l’arbitraggio molto delicato, si ha a che fare con le persone sempre pronti a non accettare una decisione per loro penalizzante, mentre per la corsa di 100km gravoso dal punto di vista fisico, muscolare e mentale. Entrambe belle sfide e messa in gioco di se stessi.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport?Per quanto riguarda l’arbitraggio, la tranquillità; mentre per la corsa, ho migliorato la determinazione e il fatto di non mollare mai fino alla fine.
Riesci a immaginare una vita senza sport?No, direi proprio di no, fare movimento è importante.
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? No, magari di non stressare il corpo sì, di non esagerare con l’attività sportiva.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? Potrebbe essere molto utile, non ho mai avuto modo di avere un dialogo con uno psicologo per quanto riguarda la mia attività, però in tanti sport viene utilizzato penso nella fase di blocco di un atleta, quando non riesce a migliorare la prestazione oppure non riesce più a ritrovare la prestazione che aveva precedentemente.

In effetti a volte ci si rivolge dallo psicologo quando ci sono problemi ma potrebbe essere utile un allenamento psicologico allo sport, alla fatica, alla performance, alla gestione della gara, alla coesione della squadra, al costruire un‘elevata fiducia in se stessi prima del verificarsi dei problemi.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?Non saprei rispondere ora, direi che se tutto va bene e il fisico me lo permette di fare la 100km del Passatore nel 2018 e cercare di migliorare le 11h14’35”. Il sogno sarebbe fare 10h59’59”.

Dai che si può, molto modesto Marius, sei giovane e alle prime esperienze, la progressione verso una migliore performance per ora è assicurata.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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