martedì 3 aprile 2018

Stefano Rinaldi, Eolo team: La corsa ha iniziato a prendermi sempre di più



Lo sport è un ottima opportunità che si può presentare nella vita di una persona, a volte si presenta da ragazzini grazie a familiari o scuole che ti propongono attività ludico sportive, altre volte lo sport lo incontri ad età un po’ più avanzata, altre volte diventa una necessità o un’indicazione per cambiare stile di vita, per dimagrire, per sperimentare benessere, per condividere, per fare parte di una squadra. Altre volte diventa un’opportunità lavorativa se diventi atleta professionista, altre volte ti fa sognare, comunque è una metafora della vita, una palestra di vita.
Stefano Rinaldi, Atleta Eolo team, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione assolutamente no, diciamo che mi considero un discreto atleta, madre natura mi ha fornito un buon motore ed io cerco di ottenere il massimo da lui.”

Ci vuole non solo talento e una buona dotazione fisica e mentale, ma anche una propensione ad allenarsi, un’alta motivazione, una fore passione, grinta e determinazione per far bene e sempre meglio e per rialzarsi sempre andando incontro ai propri sogni.
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Partiamo dal fatto che ho fatto ciclismo per 10 anni dai 7 ai 17 anni a livello agonistico, togliendomi anche diverse soddisfazioni. All'età di 17 anni ho mollato la bici, stanco dei sacrifici e della vita dura che ti richiede il ciclismo, ho continuato una passione che avevo fin da piccolo quella dello skateboard, ma con il passare degli anni avevo messo su diversi chili (25 kg in più rispetto ad oggi) 3 anni fa iniziando una dieta ho deciso di affiancare alla dieta qualche corsetta, da li è partito il tutto, la corsa ha iniziato a prendermi sempre di più, ora fa parte integrante della mia vita.”
Nello sport fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere o performance? “Sicuramente a livello mentale la mia famiglia che mi supporta in tutto quello che faccio, il team per cui corro (EOLO),  i miei compagni di team, più che compagni dei veri e propri amici. Per quanto riguarda il fattore sia fisico (performance) che mentale non posso che ringraziare Gianni Carletti di Kratos che con pazienza ci segue con l’alimentazione e con importanti nozioni di vita.”

Insomma Stefano pare essere in una botte di ferro, protetto e coccolato un o’ da tutti, consigliato e tutelato da professionisti, amici e familiari.
Quali meccanismi psicologici contibuiscono al benessere o performance? “Sicuramente il fatto di riuscire a trovare un buon equilibrio mentale, perché con il lavoro la famiglia e gli allenamenti tutto questo non è affatto semplice.”

Importante avere a disposizione una passione o hobby per sofgarsi, per elaborae situazioni e problemi, per avere un mondo tutto per sé paralelo a quelo familiare e lavorativo e dibenta importante trovare un sano equilibrio tra la sfera personale, il contsto familiare e lavorativo.
Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ogni gara penso sia a , sicuramente ci sono i lati positivi e negativi in ogni gara, diciamo che le emozioni più belle le ho sul traguardo quando vedo la mia famiglia che mi aspetta e tagliare il traguardo con i miei bimbi in braccio è la cosa più bella che mi possa capitare.”

Belle queste parole, uno sport di fatica ma ricompensato da immagini di affetto e amore quali possono essere bimbi che aspettano all’arrivo che iniziano ad assaporare la gioia dello sport, un approccio all’aria aperta e alla fatica sana per raggiungere un risultato o solamento un traguardo.
Quale è stata la tua gara più difficile? “Penso che ogni gara abbia le sue difficoltà, sicuramente la Val Borbera Marathon del 2017 è stata una gara per me molto difficile in quanto sono stato male con crampi per più di metà gara e riuscire a portarla a casa anche in maniera dignitosa è stata davvero dura e difficile.”
Ricordi un’ esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Ogni giorno, in qualsiasi cosa che intraprendo sia nella vita che nello sport parto con la convinzione di potercela fare, sono un vero testone, certamente i sacrifici che faccio mi danno la convinzione di poter farcela fare.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Un episodio davvero curioso è capitato all’Eco trail di Firenze quando ho scoperto di aver vinto assieme ad Andrea praticamente sulla linea del traguardo.”

Ho visto la foto dell’arrivo e ho potuto apprezzare la gioia degli atleti all’arrivo senza aggressività o cattiveria ma felici e soddisfatti di quello che sono riusciti a fare insieme, lo sport che vogliamo.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa  devi fare attenzione nel tuo sport? “Fattori di rischio c’è ne sono milione come penso in tantissimi sport, bisogna sempre stare attenti, quasi meticolosi in tutto quello che si fa, l’infortunio è sempre in agguato. Ti sto scrivendo con le ginocchia sbucciate e con una distorsione alla caviglia in via di guarigione.”

In effetti anch’io ho una metatarsalgia e una contrattura, comunque si fa tutto, bisogna darsi tempo, saper esssere pazienti ed essere sempre disposti a ricominciare con entusiasmo ed energie rinnovate.
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Nel trail running ci sono un milione di varianti che possono influenzare una gara dal tempo al fisico, diciamo che nel mio caso specifico ogni tanto il mio stomaco decide di farmi impazzire.”

E importante sviluppare la consapevolezza delle proprie sensazioni, possibilità, capacità, limiti.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Il fatto di star bene con me stesso, da quando faccio sport mi ammalo di meno. Sicuramente anche perché mi piace anche l’aspetto agonistico dello sport, amo il confronto con gli altri.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con la testa, senza mai scoraggiarmi, lavorando al meglio per tornare più forte di prima. Come dice sempre il mio amico Martin: (Di fatica non è mai morto nessuno).”
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Lo sport è fatica sacrificio, ma lo sport è la miglior palestra di vita che si puo avere, perché conoscere davvero cosa significa fare sacrifici e saper soffrire ti aiuta nella vita di tutti i giorni per farti affrontare al meglio tutti i problemi della vita extrasportiva.”
C’è stato il rischio doping? “Da parte mia rischi di incorrere nel doping non c’è ne sono mai stati.”
I tuoi famigliari ed amici cosa dicono circa il tuo sport? “I miei familiari mi supportano in tutto, soprattutto mia moglie Daniela che è veramente una santa donna.”
Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “Al momento non riesco ad immaginare una vita senza sport, mi diverto troppo.”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “Per adesso no, certamente in futuro vorrei riuscire a dedicare più tempo alla mia famiglia.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? “Rifarei quello che ho fatto senza rimpianti.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “La ritengo utile magari in un soggetto un po’ debole a livello mentale, una persona che ha bisogno di stimoli per andare avanti e per raggiungere un obbiettivo.”
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Quali sono i sogni realizzati e da realizzare? “I miei prossimi obbiettivi sono quelli di continuare a divertirmi in quello che faccio e cercare di passare più tempo con la mia famiglia che se lo merita.”

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