mercoledì 15 novembre 2017

Filippo Poponesi, runner: Mentalmente mi sento pronto per la 490 km non stop


Sabato, 18 novembre 2017, 28 atleti di cui 9 italiani parteciperanno a una manifestazione podistica di 490 km non stop che prevede un tempo massimo di gara di 104 ore. Si tratta di sport di endurance dove non bisogna avere solo talento fisico ma anche mentale, dove non bastano fisico e gambe per andare avanti e fare una bella prestazione ma anche una abbondante dose di passione, intenzione, motivazione e un elevatissima capacità mentale di resilienza per andare sempre avanti per combattere eventuali sabotatori interni, per valutarsi e monitorarsi bene per non rischiare la salute, insomma tante componenti costruiscono l’atleta di endurance consapevole, autoefficace e resiliente.
Di seguito, Filippo racconta le sue impressioni prima del grande evento.
Ciao, in vista della prossima gara importante, ti senti pronto? “Non è facile dire di sentirsi pronti o meno per una manifestazione podistica di 490 km non stop. Forse potrei dirlo con certezza intorno al centesimo chilometro dopo aver capito che il fisico non ha problemi. Superata una certa distanza, solitamente un quarto di gara circa, capisco se arriverò al traguardo o meno e in quali condizioni. In tre precedenti occasioni (Spartahlon, NCR e la stessa ASA del 2015) ho capito fin dai primi chilometri che non sarei arrivato in fondo per problemi fisici e così è stato. Mentalmente mi sento pronto e questo è già molto positivo perché quando devi stare sulle gambe per quattro giorni ininterrottamente la componente mentale è determinante, a mio parere più della tenuta muscolare perché se ad un certo punto non ce la fai più a correre ma hai tempo sufficiente puoi camminare, ma camminare per ore ed ore è mentalmente massacrante.”

Filippo è noto agli ultrarunner che già conoscono le sue imprese e le sue capacità fisiche e mentali. Si arriva a queste distanze lunghissime di corsa a piedi per prove ed errori, ci si conosce con il tempo, si scopre come fare per allenarsi al meglio, come alimentarsi durante tante ore e anche giorni di corsa, si scopre cosa è meglio indossare e cosa portarsi a seguito, insomma tanta esperienza e tante gare intermedie per arrivare alla partecipazione di una lunghissima gara di 4 giorni circa il cui acronimo è ASA mentre gare lunghe intermedie, oltre alle classiche 100km come il passatore, sono la Nove Colli Running (NCR) e la Spartahlon che consiste in metà gara della ASA quindi solo andata senza ritorno.
Sensazioni, emozioni, pensieri prima, della gara? “Le sensazioni di questi ultimi giorni si alternano e vanno da una leggera agitazione ad una sorta di incosciente eccitazione. Poi ci sono i dubbi in merito a come sarà il clima, se sarà freddo, se pioverà e quindi cosa portarsi dietro come abbigliamento, come alimentarsi, etc.  Io non sono uno che pianifica cosa mangiare e bere e a quale ora, che fa tabelle, che calcola i tempi, gli stop, insomma diciamo che sono un “incosciente istintivo” ed infatti ad un giorno dal volo non so ancora cosa metterò in valigia. L’unico pensiero certo che mi frulla in testa è la prefigurazione dell’emozione che proverò all’arrivo al traguardo, se ci arriverò, e questo mi dà una forte motivazione. Alla base di tutto però, indipendentemente da quello che sarà l’esito della gara, rimarrà sempre e comunque il divertimento ed il piacere di stare per una settimana con un bel gruppo di amici a fare una cosa che mi piace. Il risultato dell’Ultra Milano Sanremo del Maggio scorso mi dà grande fiducia e tutto ciò amplifica la voglia di essere al nastro di partenza al più presto, il che per me, in virtù di precedenti situazioni analoghe, è molto positivo e di buon auspicio.”


Ognuno usa le sue tecniche per convincersi di essere alla partenza di una gara considerata estrema, ognuno si organizza a modo suo, c’è chi è più scrupoloso e meticoloso, c’è chi è più improvvisatore e rilassato, ma quello che si respira in queste gare non è l’aria della competizione densa di tensione e ansia ma un’aria di piacevole e bizzarra compagnia. La cosa importante, come dice Filippo, è prefigurarsi l’arrivo mentalmente, questa è una tecnica anche di psicologia dello sport utilizzata già da atleti agli inizi degli anni ’80 e ne parlo anche nel libro “Obiettivi, risorse, autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport”, Aras Edizioni, 2013.

Quali saranno le strategie di gara? “Non ho strategie particolari, se non cercare di mettere un po’ di fieno in cascina per i primi 100/120 km, nel senso di superare i cancelli orari con un buon anticipo sull’orario di chiusura previsto, in modo da avere la possibilità di gestire meglio il tempo nel proseguo della gara. Comunque arrivare almeno a Sparta senza fermarmi è quanto mi sono prefisso di fare e se avrò ancora energia e non troppo sonno penso che proverò a ripartire senza fermarmi molto, riprendendo la via del ritorno almeno fino a che non sentirò veramente la necessità di stendermi un po’ a riposare. Alla Milano-Sanremo sono stato sveglio per oltre 45 ore e una volta raggiunta l’alba dopo la seconda notte di gara sarei potuto andare ancora avanti perché la luce del giorno mi aveva comunque risvegliato. Per questa gara ho messo in conto di camminare per parecchie ore ed è qui che sarà determinante la componente mentale.”

Racconti di gare considerate estreme, ma nei racconti traspare la sicurezza di potercela fare grazie alla tanta esperienza di gare precedenti che ti permettono di elevare l’autoefficacia personale, e comunque un passo alla volta più o meno veloce ti permette di proseguire e portare a termine l’impresa prefissata. La Milano San Remo è una gara intermedia che prevede la percorrenza di 285 km in un tempo massimo di 48 ore, due giorni, poco più della metà dell’ASA.
Ti consigli con un team: famiglia, amici, figure professionali? “Gli unici amici con cui mi sono confrontato e con cui ho scambiato consigli ed informazioni sulla gara sono gli altri atleti del Team Italia che parteciperanno alla gara: Paolo Aiudi, Antonio Bartolini, Paolo Bucci, Angelo Cislaghi, Dario Della Pace, Iulius Jannitti, Simone Leo e Marco Mazzi. Prima di tutto carissimi amici, ma anche fortissimi ed esperti ultramaratoneti. Chi potrebbe consigliarmi meglio!”

Si entra a far parte di un mondo definito privilegiato, loro sanno cosa sperimentano e a cosa vanno incontro, loro posso aiutarsi e incitarsi a vicenda, non si tratta di arrivare prima di un altro ma di arrivare e faticare insieme è un vantaggio in più, da un po’ di leggerezza in una grande fatica.
E’ cambiato nel tempo il tuo modo di prepararti a gare importanti? “Purtroppo no. Dico purtroppo perché sono anni che vorrei curare un po’ l’alimentazione per raggiungere un peso non dico “forma” ma che almeno ci si avvicini, fare molto più stretching, alternare la corsa con un po’ di piscina o bici, insomma preparare meglio il fisico in modo da faticare meno e magari migliorare anche le prestazioni. La mia preparazione è molto “fatta in casa” e consiste nel partecipare ad alcune gare più o meno lunghe a seconda della gara obiettivo, ad es. una dodici ore, una ventiquattr’ore, una cento chilometri, qualche maratona, etc. per fare il cosiddetto “carico” e poi, man mano che mi avvicino alla data della gara ridurre gli allenamenti fino ad arrivare alle ultime settimane in cui faccio poco o niente per permettere al fisico di recuperare. E così ho fatto anche questa volta.”

Ci si conosce bene e a una certa età è difficile prendere nuove direzioni e cambiare proprie modalità, importante è sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e limiti ed essere sereni.
Utilizzi una preparazione mentale pre gara? “No. Da questo punto di vista mi reputo fortunato, perché non ne ho bisogno. E comunque per me le gare sono un momento di divertimento e di svago. Se dovessi mettermi a fare anche preparazioni mentali diventerebbe una cosa troppo seria e non farebbe più per me.”
Coccole e autoprotezione hanno posto nel pre gara? “Beh, le coccole vanno bene sempre, prima durante e dopo. Quindi … ben vengano!”
Ricordi un’esperienza passata che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Le uniche volte in cui non ce l’ho fatta avevo problemi fisici fin dalla partenza e lo sbaglio è stato proprio quello di volerci comunque provare. Sbaglio che non commetterò più perché poi la delusione per non aver terminato la gara è enorme e chi c’è passato lo sa bene. Al momento non mi sento di aver problemi se non un lieve fastidio addominale che si è manifestato in queste ultime settimane ma che non credo dovrebbe condizionare la gara, o almeno spero. In tutti gli altri casi sono sempre riuscito ad arrivare in fondo e per questo sono convinto che ce la farò anche questa volta. Certo, la strada è lunga e piena di imprevisti, ma sono ottimista e questo aiuta.”

Vero l’ottimismo, la positività, il crederci aiutano molto nel pre gara e durante la gara, è una marcia in più partire convinti e sereni.
 C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare la prossima gara? “Complimenti, incitamenti, attestati di amicizia, di stima e di fiducia ne ricevo continuamente prima di gare così importanti, in particolar modo dagli amici podisti e non solo e tutto l’affetto che percepisco mi dà una grandissima carica, amplificando la mia autostima. Comunque, la frase che spesso ricorre in questi casi e che dà una bella spinta è: “Io, 490 Km (in altre occasioni, 100, 200, 300) fatico a farli con la macchina”. E’ una frase simpatica e scherzosa che però ti aiuta ad affrontare ogni sfida perché ti fa sentire di avere quel qualcosa in più. In pratica … di essere ULTRA.”

Vero quando fai queste cose ti senti sempre più ultra e hai una visione della vita più ampia e meno paurosa, ti rendi conto che si può affrontare tutto nella vita e nello sport credendoci e impegnandosi.
Quale può essere un messaggio rivolto agli organizzatori della prossima gara? “Di segnalare bene il percorso e di dare la giusta assistenza, organizzativa e sanitaria, a tutti partecipanti, runners e Crew, soprattutto durante le notti, affinché la manifestazione si svolga nella massima sicurezza. Al di là dei risultati e delle prestazioni dovrà essere comunque una festa dello sport, almeno per come interpreto io queste gare, e l’incolumità delle persone deve essere alla base.”

A volte la stanchezza e la distrazione possono prendere il sopravvento e farti prendere altre direzioni, importante diventa anche essere coccolati dagli organizzatori.
Testimonianze di atleti mi hanno permesso di scrivere il libro "Ultramaratoneti e gare estreme" e proprio in questo libro riporto anche la seguente testimonianza di Filippo: “Raggiungere traguardi sempre più ambiziosi ha contribuito, nel tempo, ad accrescere l’autostima ed a rendermi più forte nell’affrontare i problemi del quotidiano. Più di una volta, quando mi sono trovato di fronte ad ostacoli apparentemente insormontabili, mi sono sempre aiutato dicendomi: ‘Se sono riuscito a correre per 34 ore percorrendo quasi 250 km senza fermarmi, posso superare anche questa difficoltà ed in effetti poi così è sempre stato.”


http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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